Una richiesta di risarcimento danni per sbalzi di tensione è un’istanza formale presentata da un consumatore o un’azienda a un fornitore di servizi elettrici. Questa richiesta viene effettuata quando si ritiene che gli sbalzi di tensione nella rete elettrica abbiano causato danni a dispositivi elettronici o elettrodomestici. Gli sbalzi di tensione possono provocare malfunzionamenti o guasti permanenti alle apparecchiature collegate alla rete elettrica. Nella richiesta, il richiedente solitamente documenta i danni subiti e può includere prove come fatture di riparazione o sostituzione. L’obiettivo è ottenere un risarcimento economico per coprire i costi sostenuti a causa dei danni causati dagli sbalzi di tensione.
Indice
Come scrivere una Richiesta risarcimento danni per sbalzi di tensione
Quando un picco o un calo di tensione danneggia elettrodomestici e impianti, la prima cosa da chiarire è quale soggetto sia responsabile tra il venditore di energia e il distributore. In Italia la continuità e la qualità della fornitura ricadono sul distributore locale, regolato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) attraverso il Testo Integrato della Qualità dei Servizi Elettrici, più volte aggiornato: oggi i riferimenti principali sono le delibere 566/2021/R/eel e 232/2023/R/eel. In parallelo resta operante il principio generale di responsabilità extracontrattuale dell’articolo 2043 del Codice Civile, che impone a chi causa un danno ingiusto di risarcirlo.
Per avviare la richiesta è essenziale ricostruire con precisione l’evento: data, ora e durata dell’anomalia, condizioni meteorologiche, eventuali lavori programmati comunicati dal gestore. La prova tecnica del nesso causale fra sbalzo e guasto passa quasi sempre dal referto di un laboratorio di assistenza autorizzato, che attesti il malfunzionamento e la sua riconducibilità allo stress elettrico. Scontrini o fatture d’acquisto permettono di quantificare il valore residuo dell’apparecchio, mentre un preventivo di riparazione o sostituzione documenta l’esborso richiesto. Se i dispositivi sono parte di un impianto professionale, può rivelarsi utile allegare una perizia asseverata che descriva l’interruzione di servizio e le sue ricadute economiche.
La domanda di rimborso va indirizzata al distributore, non al fornitore commerciale, salvo che il contratto preveda diversamente. È opportuno inviare il reclamo tramite posta elettronica certificata o raccomandata con ricevuta di ritorno, affinché la data di spedizione faccia fede. Il testo deve contenere l’identificazione del punto di prelievo (POD), l’esposizione dettagliata dei fatti, la descrizione dei danni e la cifra richiesta; occorre diffidare il destinatario a rispondere entro trenta giorni, termine di legge entro il quale il distributore deve fornire chiarimenti tecnici o proporre un indennizzo automatico. Nel caso non arrivi risposta, o qualora la proposta sia ritenuta insoddisfacente, la procedura prosegue davanti al Servizio Conciliazione ARERA: si tratta di un passaggio obbligatorio prima di rivolgersi al giudice ordinario e, nella maggior parte dei casi, consente di chiudere la vertenza in tempi brevi e a costi contenuti.
Durante l’istruttoria il distributore può eccepire la sussistenza di cause di forza maggiore, come eventi atmosferici di intensità eccezionale certificati dalla Protezione Civile, che escluderebbero la propria responsabilità. Spetta allora al cliente dimostrare, con l’aiuto di dati meteo localizzati o di registrazioni da gruppi di continuità, che la rete non ha garantito la qualità minima prevista dai parametri di norma, indipendentemente dalle condizioni esterne. Se il guasto ha prodotto conseguenze ulteriori, ad esempio la perdita di dati o l’interruzione di un servizio a pagamento, la quantificazione del danno emergente e del lucro cessante deve essere supportata da documenti contabili e da una memoria tecnica che leghi il pregiudizio all’evento elettrico.
Una volta ricevuto il risarcimento o l’esito positivo della conciliazione, è consigliabile chiedere al proprio elettricista di verificare l’impianto interno: a volte sbalzi ripetuti segnalano problemi di messa a terra o di protezione contro le sovratensioni. Installare un limitatore di sovratensione o un gruppo di continuità adeguato, oltre a essere spesso detraibile fiscalmente, riduce drasticamente il rischio di nuovi incidenti e rafforza la propria posizione in eventuali contenziosi futuri, poiché dimostra l’adozione di tutte le cautele ragionevoli a tutela delle apparecchiature.
Esempio di Richiesta risarcimento danni per sbalzi di tensione
OGGETTO: Richiesta di risarcimento danni da sbalzi di tensione ai sensi del Codice Civile (artt. 2043 e 1218) e del Testo Integrato della Qualità dei Servizi Elettrici (ARERA, Del. 566/2021/R/eel e s.m.i.).
Il/La sottoscritto/a __________________________________, nato/a a ________________ il _____ e residente in __________________________________, nella sua qualità di intestatario della fornitura elettrica sopra indicata, con la presente
espone quanto segue
In data _____ alle ore ________ presso l’immobile sito in __________________________________ si sono verificati uno o più sbalzi di tensione/prolungate interruzioni di energia elettrica.
A causa di tali anomalie si sono prodotti i seguenti danni agli apparecchi elettrici/elettronici di mia proprietà: _________________________
Totale danni stimati: € __________________________________
Si allegano i seguenti documenti a comprova:
-Relazione tecnica del centro assistenza (allegato1);
-Copia degli scontrini/fatture d’acquisto (allegato2);
-Fotografie degli apparecchi danneggiati (allegato3);
-Copia documento d’identità e codice fiscale del dichiarante (allegato4);
-Altro: __________________________________.
Tutto ciò premesso, il/la sottoscritto/a chiede
-Il riconoscimento e il pagamento della somma di € __________________________ a titolo di risarcimento dei danni materiali subiti;
-In subordine, la riparazione/sostituzione a cura e spese della società destinataria;
-Il rimborso di eventuali spese sostenute per la presente richiesta;
-Di essere contattato/a all’indirizzo/telefono sopra indicato per qualsiasi comunicazione.
Si diffida altresì la società destinataria a provvedere entro 30 (trenta) giorni dal ricevimento della presente, con avviso che, in difetto, il richiedente adirà le competenti Autorità (Servizio di Conciliazione ARERA, Autorità Giudiziaria).
Data _____Firma __________________________