Le situazioni che gli imprenditori si trovano a fronteggiare sono spesso problematiche. Alcune di esse dipendono di fatto quasi completamente dal clima aziendale: per esempio la presenza di dipendenti non motivati o scontenti, le troppe assenze dal lavoro, l’elevato tasso di mobilità. Con una certa dose di competenza, intuizione e con un intelligente comportamento direzionale molte di queste situazioni possono essere evitate. Ecco come evitare fin dal primo approccio errori nel rapporto con loro.
Nella concreta configurazione del rapporto di lavoro ci si dovrà assicurare, sin dall’inizio, il più ampio margine di trattativa possibile. I bisogni imprenditoriali possono variare nel tempo (trasferimenti della sede della attività, cambiamenti nell’organizzazione del lavoro, modifica degli orari di apertura dei negozi). Il fatto che i collaboratori possono in concreto impedire la realizzazione degli obiettivi avendo la legge dalla loro può trasformarsi in un vincolo insostenibile.
In quanto imprenditore, si ha certamente il diritto di fissare con precisione orario e luogo di lavoro, di determinare l’attività che deve essere svolta dal lavoratore, di fissare i tempi della sua realizzazione. Tuttavia leggi, contratti collettivi e accordi aziendali pongono limiti alla possibilità di configurare il contratto di lavoro a proprio piacimento.
Di fatto, non si possono modificare leggi e contratti collettivi. Non si faccia però l’errore di auto-limitare i propri poteri attraverso accordi aziendali o contratti individuali sfavorevoli all’azienda, a meno che motivazioni importanti consiglino di operare in tal senso. Configurare i contratti di lavoro in modo flessibile, al fine di mantenersi la possibilità di intervenire in caso di necessità. Nel contratto di lavoro si eviti di fissare una determinata attività, un luogo di lavoro particolare o un’indicazione troppo precisa sull’orario di lavoro giornaliero, altrimenti i lavoratori potranno insistere affinché questi accordi non siano modificati. Occorre quindi inserire nel contratto clausole che prevedano espressamente successive modifiche.
Ecco alcune formule a garanzia della flessibilità:
“Il lavoratore è assunto in qualità di … Il datore di lavoro si riserva la possibilità di assegnare al lavoratore altre attività adatte alle sue conoscenze e capacità.”
“Il lavoratore presta la propria attività a… Il datore di lavoro si riserva il diritto di impiegare il lavoratore anche in altri luoghi.”
“L’orario di lavoro regolare è di … ore settimanali. La settimana lavorativa inizia il lunedì e termina il venerdì. L’attività lavorativa inizia giornalmente alle ore… e termina alle ore….con …ore per la pausa pranzo. Il datore di lavoro si riserva il diritto di regolare diversamente l’inizio e la fine dell’orario di lavoro e le relative pause.”
Naturalmente, non è sempre opportuno applicare integralmente queste clausole. Bisogna cercare di valutare di volta in volta gli interessi della sua azienda e quelli del lavoratore. Utilizzare comunque fino in fondo ogni opportunità di manovra disposizione.