All’interno dell’ordinamento giuridico italiano, il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è un contratto stipulato a livello nazionale con cui i rappresentanti dei lavoratori (organizzazioni sindacali) e le associazioni dei datori di lavoro, predeterminano di comune accordo le regole dei rapporti individuali di lavoro ed alcuni aspetti dei loro rapporti reciproci.
In Italia, questo tipo di contrattazione collettiva può essere svolta a più livelli: quello interconfederale (in cui cè una forte presenza dello Stato che funge da mediatore nelle trattative tra le parti), abbiamo poi il livello di categoria, quello locale ed infine il livello aziendale, i contratti che hanno oggi maggiore rilevanza pratica sono i CCNL di categoria.
Le finalità principali dei CCNL sono fondamentalmente quelle di determinare il contenuto dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (industria metalmeccanica, industria chimica, turismo, etc.) sotto l’aspetto economico e sotto quello normativo, come orari di lavoro, diritti e doveri dei lavoratori, mansioni. Si tenga presente però che i contenuti dei singoli CCNL si estendono solo ed unicamente: ai lavoratori iscritti ai sindacati che hanno sottoscritto il contratto e ai datori di lavoro che o hanno sottoscritto il contratto o individualmente o che sono iscritti alle organizzazioni sottoscriventi.
Per quanto riguarda la durate di suddetti contratti, essa è stabilita dalle parti contraenti, la parte normativa di un CCNL ha in genere una durata di quattro anni, mentre la parte attinente alla retribuzione viene rinnovata ogni due anni, alla scadenza del termine il CCNL cessa di produrre effetti e non è più vincolante.