Buoni ordinari, indicizzati, Europa, renditalia: sono sempre in aumento le emissioni della CDP (Cassa Depositi e Prestiti). Noi abbiamo analizzato le differenze delle varie tipologie di buoni proposti, per orientarvi nella scelta di quello più adatto alle vostre necessità.
La Cassa Depositi e prestiti
La Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è una società per azioni partecipata per l’80% dallo Stato Italiano, attraverso il Ministero dell’Economia e delle finanze ed emette mensilmente le varie tipologie di Buoni fruttiferi postali, intermediati da Poste italiane.
Le prime serie emesse sono state nel 1925 e ancora oggi i BFP riscuotono grandi successi e sono i più amati tra i piccoli risparmiatori. Perché? Hanno molte sicurezze:
Sono dello Stato Italiano e garantiscono la restituzione del capitale investito.
Hanno normalmente un rendimento fisso e predeterminato.
Sono di semplice utilizzo e facilmente rimborsabili.
Sono validi sia per investimenti di breve sia di lungo periodo.
La tassazione sul capitan gain (oggi 12,5% contro il 26% degli altri strumenti finanziari)
I più conosciuti sono i buoni fruttiferi ordinari, che negli anni ’80 hanno raggiunto l’apice del successo con rendimenti anche oltre il 10% annuo lordo, su una durata trentennale. I nostri nonni che li hanno saggiamente sottoscritti per noi, sicuramente ci hanno lasciato un bel guadagno.
Oggi i buoni ordinari hanno una durata ventennale, con un tasso crescente prefissato, possono essere rimborsati anticipatamente e, dopo un anno, danno diritto anche al riconoscimento degli interessi maturati.
Esaminiamo la serie C12 ora in vigore: 0,25% effettivo lordo alla fine del 1° anno a salire fino al 3,05% effettivo lordo al 20° anno. Non si può proprio dire che oggigiorno gli ordinari abbiano tassi allettanti.
Quali alternative?
Nell’ultimo decennio lo scenario è cambiato; forse perché i buoni ordinari non avevano più lo stesso appeal del passato per via dei rendimenti sempre inferiori, la Cdp ha esteso le emissioni in maniera massiccia.
Oggi si contano 12 tipologie di buoni senza di quelli non più sottoscrivibili: buoni dedicati alla nuova liquidità o esclusivi per serie in scadenza (Bfp risparmi nuovi e Bfp a 3 anni fedeltà) con tassi superiori rispetto agli altri a tasso fisso di pari durate, oppure buoni indicizzati a indici azionari come l’Eurostoxx 50 (Bfp Europa) con la possibilità di avere un rendimento fisso più un premio annuale in caso di apprezzamento dell’indice, o ancora buoni sul rendimento dei Bot a 6 mesi (Bfp Renditalia).
La serie che ha conseguito però maggiore successo, a partire dalla sua comparsa nel 2006, è dei Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione italiana: un rendimento fisso più il recupero del 100% dell’inflazione.
Protezione totale, la parola magica che gli italiani amano. L’attuale J44 offre un tasso nominale dello 0,75% più l’inflazione. La consigliamo perché avendo una durata decennale, non appena l’inflazione risalirà, lo stesso farà la J44.